Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di sapere il nome di una persona e dirgli: “sì, hai proprio la faccia da Paolo!”.
Cosa vi fa fare questa affermazione?
Con quale criterio possiamo collegare un nome ad un volto o ad un’intera persona?
Possibile che stiate sentendo qualcosa appartenente non solo al mondo fisico, ma agli strati più sottili che lo compongono?
In effetti ci sono vari “piani” o “corpi sottili” che compongono la realtà, uno dentro l’altro, come una matriosca, quindi si possono vedere i vari riflessi esterni di questi piani, come fossero le loro proiezioni. Per esempio si può vedere il riflesso astrale della persona e dire che è molto accesa (se è felice) o grigia (se è triste o depressa) e dargli due nomi diversi a seconda dello ‘stato emotivo’ in cui si trova. Oppure vedere il riflesso del corpo mentale e cogliere con maggior nitidezza i suoi obiettivi dandogli un terzo nome diverso dai due di prima.
Si può persino cogliere la nota fondamentale della persona – l’Anima – e dargli così un nome più adatto alla sua essenza piuttosto che alla sua forma.
Più si è competenti su un piano e più si può vedere il corrispettivo piano di appartenenza, anche degli altri. Per esempio: se, grazie ad un profondo lavoro su voi stessi, basato sull’Osservazione imparziale, avete raggiunto un certo grado di identificazione con la vostra anima, riuscirete con più facilità a vedere (percepire) l’anima dell’altro, quando presente in maniera attiva. Se invece il vostro livello di coscienza staziona sul piano astrale o mentale, sarete direzionati a vedere principalmente questi piani.
Ciò che come esterno m’appare, è in realtà il succo del mio cuore.
Il Conte di Cagliostro
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L’esterno è interno
Draco Daatson
Questa è la prova che non dovete ricercare la Magia all’esterno, credere in essa, o fare riti per “vedere oltre”, poiché già adesso, magari in minima parte, vedete qualcosa di più sottile. Se vedeste solo il mondo/corpo fisico delle persone e delle cose, sicuramente certe affermazioni non troverebbero mai nascita in voi.
Ciò che si vede è di competenza dell’Osservatore e serve maggiormente ad esso, nella misura in cui naturalmente gli sarà utile per Servire al meglio il suo prossimo. Questo non vuol dire che se si vedono chiaramente i piani sottili si è automaticamente più svegli degli altri e non vuol dire che, se non si vedono, siete distanti dalla vostra anima. Non è una regola generale.
Si vede solo ciò che rientra a far parte del proprio servizio, oltre a quanto detto prima, quindi se non serve vedere certi piani non li vedrete, poiché risulterebbero d’intralcio.
Ma non dimenticate che va indagata umilmente e approfonditamente qualsiasi “struttura” osservata. La regola (che prima o poi l’umanità realizzerà come comune fatto oggettivo e non più come ‘regola da seguire’) è sempre la stessa: vedo all’esterno ciò che profondamente sono.
Con che occhi vedi gli occhi che stai guardando?
Fabio Iacontino
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