Ciò che facciamo e come ci comportiamo non delinea in nessun modo un cambiamento radicale di Coscienza.
Partendo dal presupposto che il Regno Spirituale è un regno a sé – come il regno minerale o quello vegetale -, possiamo affermare che il comportamento di un essere, per quanto abbia valore e scopo, non testimonia in modo alcuno un’evoluzione sostanziale di Coscienza e di Consapevolezza.
Detto in altri termini: se una scimmia riesce ad imparare la matematica non diventa automaticamente un Uomo.
Si può affermare che è diventata più intelligente, ma rimane pur sempre una scimmia. Non ha trasceso il regno animale per stazionarsi nel regno umano.
Se un maiale riconosce i colori e li mette in ordine facendo un puzzle di legno ad incastro, se un ape impara a spostare una pallina per metterla al centro di un cerchio, se una scimmia riesce a prendere una nocciolina al fondo di un tubo di vetro molto lungo, se una gallina esegue una melodia con il pianoforte, se un cane impara a ramazzare e lavare i pavimenti di casa a due zampe indossando un tutù e se un essere umano va in chiesa tutti i giorni, medita, conosce a memoria la filosofia, teosofia e l’alchimia o recita i mantra, ciò non testimonia il suo passaggio al Regno Sistematico successivo.
Uno scimpanzé che sa usare un accendino non ha la gestione del Fuoco.
Questo porta grande dispiacere a Re Luigi, l’orango Re delle scimmie de “Il Libro della Giungla”, che chiede a Mowgli di insegnargli il segreto del rosso fuoco.
Anche se Mowgli riuscisse a insegnarglielo non diverrebbe magicamente un uomo (desiderio morboso di Re Luigi).
Qui il video della favolosa richiesta: Link
Per traslare da un Regno d’appartenenza a un altro, non serve sapere a memoria i Vangeli, il Vecchio e il Nuovo Testamento o la Bhagavad Gita, ma serve un ‘particolare movimento’ da parte della Coscienza. Un’espansione inclusiva che coinvolga tutti i corpi (fisico, eterico, astrale e mentale ecc..) e non solo le emozioni o l’intelletto, catapultandoci in luoghi inesplorati della Coscienza dal quale, da questo momento in poi, non si può più tornare indietro.
La stessa differenza che c’è tra il regno vegetale e quello animale, c’è anche tra il regno umano e quello spirituale. L’unica differenza consiste esclusivamente nella manifestazione fisica: mentre tra gli altri regni c’è una grossa differenza fisica – e a volte neanche questa -, tra il regno umano e quello spirituale c’è la stessa differenza, ma si verifica in Essenza. Ciò significa che non diventeremo tutti alti, biondi e con gli occhi azzurri, il nostro corpo rimarrà lo stesso, ma la differenza tra una persona che ha realizzato di essere Figlio di Dio e una che non lo ha realizzato resta insondabile. Possono sedere l’uno accanto all’altro senza che nessuno si accorga di nulla.
Mentre l’uno fa il gentile e si comporta bene, l’altro è la manifestazione terrena dell’Amore e come conseguenza di ciò i suoi atteggiamenti saranno gentili; anche se si imbatte in una lite.
Voglio terminare questo post con le parole del Maestro Tibetano, il quale dà un’eccellente spiegazione riassuntiva sulla differenza che passa tra il fare e l’essere:
Né la curiosità, né la comune bontà hanno mai condotto l’uomo alla porta dell’iniziazione. La curiosità, suscitando una forte vibrazione nella natura inferiore, serve soltanto ad allontanare dalla meta; la comune bontà, quando non sia appoggiata da una vita di totale sacrificio per gli altri, dal silenzio, dall’umiltà e da un disinteresse veramente particolare, può servire a costruire buoni veicoli, che saranno utili in un’altra incarnazione, ma non ad abbattere le barriere, esteriori e interiori, e a vincere le forze ed energie contrastanti che si frappongono fra un uomo “buono” e la cerimonia dell’iniziazione.
– Iniziazione Umana e Solare, A. Bailey
Fabio Iacontino