A volte si provano stati di coscienza molto intensi, che ci riportano a Casa e ci fanno sentire di essere in pace con noi stessi e con il mondo. In breve: sentiamo di essere Vivi. Durante una passeggiata, un viaggio o all’interno di un’esperienza più mirata come un corso o un seminario, si possono toccare picchi e avere sensazioni che mai prima di allora si erano provati.
Poi si ritorna a casa, a lavoro… e qui, dopo pochi giorni, svanisce tutta la magia.
Si rientra nuovamente nei soliti schemi di pensiero e si riprovano le solite emozioni di sempre. Insomma, la ‘comune’ routine. I problemi prendono il sopravvento e la Coscienza viene rigettata nel torpore della quotidianità.
Questo fenomeno viene chiamato il “ritornare alla normalità”.
…Ma quale normalità?
Farsi sommergere dai problemi ed essere spenti è essere normali?
Non c’è nulla di normale nel cadere due volte nello stesso buco o nel ritornare a casa la sera ed essere uguali a quando si è usciti!
Ciò che – a torto – viene chiamato “normale” è un circolo vizioso di atteggiamenti e sensazioni dettati dalla meccanicità di cui si è prigionieri. Se, per esempio, il rapporto con il partner non è roseo, si cercherà di non sentire il ‘vuoto’, riempiendolo con vari impegni lavorativi e vari hobby. Se il rapporto non è più così coinvolgente si tratterà il partner con sufficienza, puntando il dito su di esso e magari accusandolo per la mancanza di cure. Se con i colleghi o il datore di lavoro non ci sono buoni rapporti si tenderà ad isolarsi e a fare il conto alla rovescia per arrivare allo stipendio, ripetendo il solito vecchio mantram: devo solo arrivare a fine mese, devo solo arrivare a fine mese…
Al ‘rientro’ si fa gradatamente sentire l’abitudine (incosciente – passiva) che costringe l’uomo a utilizzare posture (mentali, emotive e fisiche) imparate a memoria in precedenza e inchinarsi a reazioni preconfezionate, obbedendo così ciecamente alle ferite emotive non ancora integrate e vivendo nel miraggio dell’anticipazione del futuro; dimenticandosi di Sé.
La vera Normalità è invece quello stato che si è provato all’interno della particolare esperienza descritta all’inizio. Un circolo virtuoso in cui ogni pensiero o fastidio viene spazzato via dall’Assoluto Presente: uno stato particolare di coscienza che ci permette di dimorare nel cuore di ogni situazione.
Si crede che il calore della presenza o il sentire l’amore senza oggetto siano “stati alterati di coscienza” ma non è così. Quello che si prova in quei momenti è lo Stato Base del vero Essere Umano. La Grazia, il Calore e l’innata tranquillità sono ciò di cui siamo composti e non un’alterazione. Il sale, se è sano e normale, sa di sale… non di cenere.
Le sensazioni che adesso chiamiamo “stati profondi dell’Essere” o “picchi di Cuore” tra non molto saranno
vissute – ma già adesso alcune persone le vivono – come consueta vita quotidiana. Vi alzerete la mattina e Sentirete quel Calore, quando si presenteranno i problemi li affronterete con Gioia e Giocosità, all’interno di situazioni che adesso percepite come insormontabili sentirete un’innata tranquillità e, cosa più importante, nel cuore di qualsiasi esperienza sonderete l’abbraccio avvolgete che la Vita incarna.
Questo è ciò che un Essere Umano Vivo e Cosciente È.
Non c’è da stupirsi se il rosso colora di rosso.
Fabio Iacontino
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