Una delle dinamiche che ultimamente sto osservando in giro, sia nella vita di tutti i giorni e sia su internet, è quella della mancata – o eccessiva – Leggerezza.
Molti stanno preoccupantemente smettendo di essere leggeri e permettersi di ‘farsi una risata’ nelle comuni situazioni quotidiane, altri invece prendono eccessivamente tutto alla leggera, riducendo la propria vita ad una trascurabile commedia.
Meno ci si prende sul serio – che equivale a non riconoscere i propri talenti e avere un’autostima pressoché inesistente – e meno si riesce a ridere di sé stessi, degli altri e delle situazioni. Sembra un paradosso ma in realtà è semplice logica: più ci si sente insicuri e più si ricerca la sicurezza negli altri, irritandosi quando invece osano fare battute su un argomento che si ritiene vitale (in quel momento, 5 minuti dopo questo può non valere).
Una delle dirette conseguenze di questo funerale dell’humor, è che si pretende ‘la serietà’ all’esterno, anche quando stiamo guardando un film comico!
Pena?
Additare tutti gli ironici come bambini che non vogliono crescere e che non vogliono guardare in faccia la realtà!
Diversamente, se si abusa – quindi si travisa il profondo significato – della leggerezza, sarà tutto al contrario: meno si ride e meno ci si svacca, in un’uscita tra amici (anche se qualcuno sta affrontando un lutto), venendo a mancare il ‘divertimento’. Se nessuno fa battute o dice cose buffe, vuol dire che gli altri hanno dei problemi e prendono la vita troppo sul serio.
Pena?
Giudicare tutti i ‘musoni’ come invasati dei problemi e prenderli in giro – con molta aggressività – fino a pretendere da loro la confessione del torto; poiché ci si sente nella ragione e superiori agli altri.
Indifferentemente dalla modalità utilizzata, il punto focale della questione è che si chiede all’esterno ciò che non si è ancora realizzato all’interno.
Se non sono riuscito a raggiungere all’interno di me un certo equilibrio sulla leggerezza e sul prendere sul serio le questioni, allora, inconsciamente, chiederò agli altri di darmi l’esempio che io non riesco a dare, poiché non l’ho ancora raggiunto. Anche in questo caso si sta ricercando (pretendendo) che gli altri ci facciano da maestri e che ci insegnino come comportarci; confermano di fatto il bisogno di equilibrio al nostro interno. Meno si reclama all’esterno e più si è conquistato all’interno. Al contrario: più ci si ostina a desiderare la leggerezza e più si dà prova della sua intima mancanza.
Poi c’è uno step molto più alto della Leggerezza e del ‘non prendersi sul serio’, che riguarda l’Osservazione di sé e la disidentificazione dai propri aspetti più grossolani, ma questa è tutta un’altra storia…
Fabio Iacontino
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